Geppetto e Geppetto. Tindaro Granata attorno alla famiglia

Geppetto e Geppetto (photo: Angelo Maggio)
Geppetto e Geppetto (photo: Angelo Maggio)

Cosa significa essere figlio?
In “Geppetto e Geppetto”, terzo lavoro scritto e diretto da Tindaro Granata – dopo “Antropolaroid” e “Invidiatemi come io ho invidiato voi” – l’autore e attore siciliano prova a dare risposta ad una questione da sempre indagata e analizzata, sulla scena e fuori. E poco importa se i genitori sono due papà, perché il senso profondo del lavoro di Granata, come lui stesso sottolinea, vuol essere esplorare l’universalità dei rapporti familiari, però dalla parte dei figli.

Siamo tutti figli, afferma infatti Granata, «e io volevo indagare questi rapporti, complessi, sfaccettati, talvolta controversi, in tutte le coppie, e al contempo volevo parlare del desiderio di genitorialità nelle coppie omosessuali».

Nessuna tesi preconfezionata, nessuna posizione pro o contro per una storia che non vuol essere occasione di mera propaganda a favore delle unioni civili, ma semplicemente, attraverso la forza e la potenza del teatro, mira a sondare e raccontare la complessità dei rapporti umani, desidera dare voce alle differenze, sollevare il dubbio e la riflessione, anche grazie alle testimonianze audio che puntellano lo spettacolo. Voci di gente comune, dubbi, pensieri e commenti, raccolti nei bar di Milano, sui tram, alla stazione… spunti arrivati da una conversazione con la signora Concetta Procopio, compagna di viaggio di Tindaro Granata sul bus di ritorno da Castrovillari, il 2 giugno dello scorso anno.

A un anno esatto di distanza “Geppetto e Geppetto” è andato in scena, in anteprima, proprio a Castrovillari, in occasione del festival dedicato ai nuovi linguaggi della scena contemporanea Primavera dei Teatri, per una produzione targata Proxima Res, Teatro Stabile di Genova e Festival delle Colline Torinesi, all’interno del quale ha debuttato ufficialmente domenica scorsa.

L’attualità del tema affrontato entra sin da subito nella narrazione con il riferimento alla legge sulle unioni civili, a poche settimane dalla sua controversa approvazione.
Il personaggio interpretato da Granata, papà candido e spontaneo, ironizza nelle prime battute sulla “stepchild adoption”, cassata dalla legge, e pone la riflessione sulla necessità – tutta italiana – di usare termini stranieri per confondere le idee, una parola ostica da pronunciare e comprendere per tutti coloro che desiderano solamente dare amore a un figlio.

Essenziale la scena: un tavolo che “a volte è agenzia, a volte è cucina, avvolte è scuola”, come recitano tre cartelli; delle sedie, un gabinetto – spazio altro dove concedersi attimi di dubbio, rabbia, crisi –. Abiti neri per gli attori, il nome sul petto segnato con del nastro carta.

Una narrazione fitta e densa è quella proposta da Granata, per una favola contemporanea raccontata con un linguaggio semplice e diretto, familiare nei concetti e nelle costruzioni, in cui ironia, dolcezza, scoramento e talvolta disperazione fanno da contorno ad una girandola di eventi: un lungo attraversamento nella vita dei due papà, del figlio e di tutte quelle figure che, nella scena come nella vita, fanno parte del vissuto di ognuno.

Geppetto, protagonista della nota storia di Collodi, decide di fabbricarsi da sé un bambino, Toni (Paolo Li Volsi) e Luca (Granata), da anni formano una famiglia e come Geppetto, non senza preoccupazioni, dubbi o ripensamenti, decidono di “dar vita” al proprio di figlio, ricorrendo alla pratica della gestazione per altri, il cosiddetto utero in affitto. Arriva così Matteo (Angelo Di Genio), allevato con amore, l’unico elemento che pare davvero essere importante per la coppia.

I primi anni di vita del bimbo scorrono tranquilli, pieni di gioia. A proteggerlo dall’inevitabile punta di razzismo che serpeggia in una società non ancora capace di accogliere senza giudicare, ci pensa il calore del nucleo familiare. Fino alla morte di uno dei due “Geppetto”, Toni, padre biologico di Matteo, che crescendo comincia a rifiutare l’altro padre, col quale per legge non ha nessun legame di parentela.
Questa condizione di figlio “non riconoscibile” gli farà rinnegare tutto l’amore che ha ricevuto e metterà in crisi un equilibrio delicato.

Le vicende familiari di Matteo e di suo padre Luca si intrecciano a quelle dell’amica Franca (Alessia Bellotto), della figlia Lucia (Lucia Rea, prima anche maestra intenta a spiegare ai bambini il termine omofobia), della madre di Toni (Roberta Rosignoli), che non accetta una famiglia senza “mamma”, e dell’amico Walter (Carlo Guasconi).
E anche qui sono evidenti le similitudini e le crepe che si agitano in ogni genere di rapporto genitori/figli.
Ed è proprio questo ciò che Granata ci vuole raccontare:

essere genitori richiede coraggio, amore, dedizione, perché i figli non perdonano nulla.

Procede come un affresco pieno, movimentato e umanissimo lo spettacolo di Granata, sostenuto da interpreti convincenti e generosi nel trasferire la complessità emotiva della parola scritta, ed è da rimarcare – in questo senso – il debutto per le tre attrici.

Vibrante, ironica, genuina di sentimenti e intenzioni la prima parte; nella seconda la narrazione tende a dilatarsi nel ritmo, in un moltiplicarsi eccessivo di eventi e questioni scodellate sul tavolo.

“Se ci sarebbe più amore”, ripetono spesso i personaggi, che faticano a coniugare la forma verbale appropriata ad esprimere il tema trainante della vicenda. “Se ci fosse più amore”, chiosa Matteo, in un finale delicato che apre alla speranza di un amore davvero possibile.

Geppetto e Geppetto
scritto e diretto da Tindaro Granata
con: Alessia Bellotto, Angelo Di Genio, Tindaro Granata, Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea, Roberta Rosignoli
regista assistente Francesca Porrini
allestimento Margherita Baldoni
luci e suono Cristiano Cramerotti
movimenti di scena Micaela Sapienza
organizzazione Paola A. Binetti
coproduzione Teatro Stabile di Genova – Festival delle Colline Torinesi – Proxima Res

durata: 1h 30’
applausi del pubblico: 2’

Visto a Castrovillari, Primavera dei Teatri, il 3 giugno 2016
Anteprima assoluta

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