La madre. L’omaggio alla classe operaia di Carlo Cerciello

La Madre di Bertolt Brecht|La Madre di Bertolt Brecht - regia Carlo Cerciello
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La Madre di Bertolt Brecht - regia Carlo Cerciello
La madre di Brecht con la regia di Carlo Cerciello (photo: Andrea Falasconi)

Con “La madre” Carlo Cerciello si misura con un dramma didattico di Bertolt Brecht poco rappresentato nei teatri italiani, e lo fa con precisione e coraggio.
Il testo è del 1932, ed è tratto dall’omonimo romanzo di Maxim Gorkij. La storia, semplice e lineare, è incentrata sulla figura di Pelagia Vlassova, madre dell’operaio Pavel, che, con coraggio e dedizione, si converte alle idee rivoluzionarie e aiuta il figlio e i suoi amici (per questo chiamata “La madre”) nella loro battaglia clandestina, rappresentando il cammino verso la consapevolezza di come un cambiamento sia necessario. Anche a costo della propria vita, come sarà per il figlio Pavel, che verrà fucilato dalla polizia zarista.

Cerciello cerca da un lato di essere fedele al testo ma, d’altra parte, connota fortemente l’allestimento creando numerosi rimandi con la realtà odierna.

La sua scelta è di non fornire una via d’uscita, non invita a resistere, ma semplicemente riporta in scena fedelmente un momento del passato, attraverso un testo importante, per operare un confronto con l’inazione odierna, con un’antipolitica che possiede gli stessi strumenti della politica ufficiale.

Il regista napoletano sceglie quindi un percorso diverso da altri suoi precedenti spettacoli: è fedele al testo senza rinunciare a quella dimensione didattica che ha sempre contrassegnato, in positivo e in negativo, i suoi lavori; e d’altro canto gioca con Brecht attualizzandolo ma senza renderlo contemporaneo a tutti i costi. Non fa leva sull’emotività ma su un testo necessario, avvalendosi della bravissima Imma Villa e di un gruppo di attori giovani e determinati – tra cui spiccano Antonio Agerola, misurato e in parte, Cinzia Cordella, algida e imponente, e Antonio Piccolo, dal timbro marcato e pulito – a cui vengono affidate le sorti di uno spettacolo solido e preciso.

La Madre di Bertolt Brecht
La madre (photo: Andrea Falasconi)

Scrive Cerciello: “Nel panorama amaro di una politica palesemente sconfitta e schiava dell’economia e dell’affarismo senza scrupoli, il nostro vuol essere un solitario omaggio alla classe operaia che, in Paradiso, purtroppo non ci è andata e non ci andrà mai, un affresco malandato e corroso, da cui traspare ancora la forza di un ideale”.

E’ il giusto prosieguo di un precedente e fortunato allestimento di Cerciello, “Terrore e miseria del Terzo Reich”, ma ne è al contempo anche l’esatto opposto: cupo, introspettivo, talvolta claustrofobico. Solo così Brecht ha senso oggi; solo così si può ingannare la rappresentazione, e il teatro che lo rappresenta, e solo così si può mettere in scena una società alienata, straniata, ponendo in essere una riflessione etica.

Cerciello, con “La madre”, riesce ad arrivare lì dove un certo teatro civile forse non arriverà mai, con un’operazione di promozione culturale lodevole e impeccabile.
In scena fino al 2 dicembre.

La Madre
di Bertolt Brecht
regia: Carlo Cerciello
compagnia/produzione: Teatro Elicantropo Anonima Romanzi
con: Imma Villa, Antonio Agerola, Cinzia Cordella, Marco Di Prima, Annalisa Direttore, Valeria Frallicciardi, Michele Iazzetta, Cecilia Lupoli, Aniello Mallardo, Giulia Musciacco, Marianna Pastore, Antonio Piccolo
durata: 1h 35′
applausi del pubblico: 3′

Visto a Napoli, Teatro Elicantropo, il 21 ottobre 2012

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