La protesta. La fiaba italiana della Ballata dei Lenna

La protesta della Ballata dei Lenna
La protesta della Ballata dei Lenna
La protesta della Ballata dei Lenna
Due pugliesi e una piemontese si trovano, per caso o per destino, all’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine. Frequentano la scuola, si diplomano e subito dopo, quasi un anno fa, fondano la giovanissima compagnia La Ballata dei Lenna, ispirandosi al nome del vicolo dove abitavano insieme in Friuli.

Qualcuno dice che potevano aspettare sul ciglio della strada l’arrivo di un organizzatore o di un regista; loro, invece, preferiscono mettersi in cammino “da artigiani del teatro” come si definiscono. Di necessità virtù.
Del resto il viaggio è un elemento che Nicola Di Chio, Paola Di Mitri e Miriam Fieno conoscono bene, visto che tutti e tre hanno dovuto trasferirsi molto giovani, ed è proprio da lì che vogliono partire.

Ad interessarli è in un primo momento la migrazione, quella interna all’Italia, tema su cui già avevano lavorato alla Nico Pepe e che vogliono sviluppare insieme.
Tutto questo diventa parte del background che li fa giungere al loro primo lavoro, “La Protesta”, esito di un altro viaggio, un cantiere che li porta in giro per il Paese attraverso una serie di laboratori teatrali condotti da loro stessi su un tema così tanto attuale e sentito.

Invece che partire da un testo decidono così di iniziare dalle persone vere, dai vissuti e dalle storie individuali. Alla fine il materiale raccolto è prezioso e la strada da intraprendere la più difficile, costruire uno spettacolo che non sia un banale collage di contenuti ma qualcos’altro, partendo da quel materiale come spunto per una riflessione drammaturgica nuova rispetto al lavoro dei laboratori.

Alla fine della costruzione scenica, “La protesta” è qualcosa di certamente inatteso, che riceve la menzione speciale al Festival Asti Teatro 33 Premio Scintille e arriva in finale al premio Pancirolli di Milano.

Chi si aspetta megafoni, striscioni e bombolette rimane subito deluso, gli anni Settanta sono molto lontani, e un po’ dispiace, anche se è la realtà delle cose.
La scena è estremamente scarna: un tavolo centrale, un orologio su una piantana di lato le cui lancette vengono mosse dagli attori con il cambiare degli stati emotivi dello spettacolo e tre cassette della posta, anch’esse laterali, contenenti gli oggetti di ciascun personaggio, simboli della loro esistenza resistente.

Protagonisti sono due impiegate e un responsabile di un’agenzia turistica del Sud Italia che un bel giorno si vedono recapitare la più temuta delle lettere di oggi: quella che inizia con “Gentilissimo/a…” e che comunica, in sostanza, un licenziamento in tronco.

Non succede altro, c’è già tutto quello che serve per costruire situazioni tragicomiche più e meno riuscite per spingere i protagonisti ad un cambiamento obbligato. Le loro catene sono immediatamente percepibili, sono le gabbie della paura, della rabbia, dell’impotenza e dell’incertezza, di quella condannata parola che ritorna come una maledizione: crisi.
Crisi di sentimenti, di lavoro e quindi d’identità nel costruirsi un futuro, tematiche pesanti come macigni affrontate però con sottile ironia e sprazzi di comicità. Non c’è depressione nello spettacolo dei Lenna, non c’è arresa né abbandono.

I dialoghi alternano lunghe pause a momenti più serrati, si percepisce il feeling che vive tra gli interpreti, e arriva ad un pubblico un po’ troppo fisicamente lontano ma partecipe.

Ad Alessandria, come in uno strano filo rosso, gli eventi che si alternano in scena “invadono” la folta platea del teatro Ambra. In una città in dissesto economico, con il Teatro Comunale chiuso e un sorriso amaro che si disegna sulla bocca delle persone al pronunciare la parola cultura, questa giovane compagnia, che qui ha deciso di fermarsi per il momento nel suo cammino, sta faticosamente cercando di costruire la sua “bottega teatrale” grazie ad un progetto sostenuto dalla Fondazione Circuito Teatrale del Piemonte, che ha premiato dieci giovani realtà offrendo loro una serie di spettacoli da allestire in luoghi deputati sul territorio.

Uno sforzo che vede i Lenna impegnati sia come artisti che come organizzatori, in una collaborazione che stanno avviando con le più importanti realtà culturali del territorio, come la scuola di teatro “I Pochi”, fucina di tantissimi artisti tra cui la stessa Miriam Fieno, e i cui allievi hanno assistito in gran numero alla prima alessandrina dello spettacolo.

LA PROTESTA – una fiaba italiana –
di e con: Nicola Di Chio, Paola Di Mitri e Miriam Fieno
progetto realizzato e sostenuto nell’ambito dell’accordo in materia di politiche giovanili tra:
Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù
Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, “Teatri Abitati” Residenze Teatrali Regione Puglia, Altra Scena una rete del contemporaneo
Teatro Minimo Andria
durata 1h 20′
applausi del pubblico: 2′ 45”

Visto ad Alessandria, Teatro Ambra, il 22 gennaio 2013


 

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