Poetry Events. Carolyn Carlson tra immaginario e verità del gesto

Carolyn Carlson

Carolyn Carlson, ospite a Napoli di Ottobre Danza, ha presentato i suoi Poetry Events. Visto a Napoli, Foyer del Teatro San Carlo, il 23 ottobre 2011

Carolyn Carlson
Carolyn Carlson (photo: Patrick Berger)

Nell’ambito della rassegna napoletana Ottobre Danza, a cura di Alessandra Panzavolta, è stata ospite Carolyn Carlson, figura storica tra i pionieri della danza contemporanea. Ha presentato, con “Poetry Events”, una storia dell’immaginazione, la ricerca di un’azione, un credo, una verità. Il lavoro è tratto da “Solo”, una raccolta di poesie della stessa Carlson, che rivelano espressioni e visioni del suo mondo interiore.

Tre uomini, un’attesa. Carolyn Carlson entra sulle prime note di Paki Zennaro, l’inizio di un inizio, braccia lunghe, corpo austero, capelli dorati. E’ subito interazione, è già comunicazione, la Carlson esordisce esprimendo in poesia l’intento della performance ed invita il pubblico ad usare la propria immaginazione: “Un evento teatrale spontaneo, non ci saranno prove, sarai tu l’autore e l’inventore… fai buon viaggio. Bon voyage…”.

Inizia un flusso libero di gesti e parole. Carolyn Carlson è abile orchestrale a dirigere con la sua presenza l’energia dei tre uomini, Antonio Montanile (c.ie P.Saire), Fabrizio Varriale (Danza Flux) e Flavio Ferruzzi (scuola di ballo del San Carlo), danzatori che esprimono rigore tecnico ed eleganza di stile, che cambiano forma, si plasmano, sono insieme all’unisono, sono individui soli, sono bambini che ascoltano e partecipano ad una storia, e uomini artefici del proprio destino.
Carolyn  in scena li chiama con i loro nomi reali, interagisce con loro in maniera disinvolta, come nella vita di tutti i giorni, li invita a seguire le tracce dei suoi racconti poetici, tradotti in italiano dalla straordinaria danzatrice Sara Simeoni (della stessa compagnia della Carlson).

Ogni poesia è un quadro d’immagini. Occhi di terra, uccelli bagnati dal petrolio, corpi che respirano, fuoco e acqua, gondole di Venezia. Questa storia ha del fantastico e del surreale, ma nello stesso tempo tutto diviene tangibile, lo tocchiamo con il respiro, con le parole, con il mutare del movimento, dei corpi.
La libertà è l’espressione, l’immaginazione è la chiave, il corpo la nostra presenza, il qui ed ora, il dopo e il poi.

Il corpo della Carlson si muove anche quando è fermo, e le azioni non sono mai prevedibili, ma basate sull’improvvisazione e su un accordo invisibile che lega i performer. Ci sentiamo parte di questa storia, siamo noi pubblico a mettere in moto l’immaginazione. Tutti siamo assorti in silenzio, poi si ride, si riflette e ci si commuove.
Un messaggio di poesia, bellezza, il senso del tempo, del mutare delle cose dell’universo, il senso della finitezza umana:  abbiamo un corpo concreto eppure sognamo di volare.

Appare a tratti l’immagine di una danza sacra, come un rito, e l’immagine di una donna a volte strega, a volte santa. E poi ancora una donna che vive la routine quotidiana, che fa le pulizie, che si innamora, una donna che vive l’esperienza del viaggio.
Ogni atmosfera ci suggerisce luoghi, strade, situazioni, ma tutto questo avviene esclusivamente per mezzo del corpo, della voce e del movimento scenico dei performer.
Niente di più suggestivo della spontaneità  e del puro gesto, segni di autenticità, messaggio di un’arte reale e vera, che ci ricorda come la danza sia essenzialmente un’arte alla quale tutti apparteniamo e che riguarda le nostre radici umane più intime.

POETRY EVENTS
improvvisazione danzata e lettura: Carolyn Carlson (in inglese), Sara Simeoni (in italiano)
musica dal vivo: Paki Zennaro
interpreti: Antonio Montanile, Fabrizio Varriale, Flavio Ferruzzi
produzione: Centre Choréographique national Roubaix Nord Pas de Calais
durata: 50′

Visto a Napoli, Foyer del Teatro San Carlo, il 23 ottobre 2011

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