ReProduction, il nodo (ri)produttivo di Phoebe Zeitgeist

Photo: Luca Intermite
Photo: Luca Intermite

Muovendosi tra le corde del surreale e del grottesco, in “ReProduction” la compagnia milanese Phoebe Zeitgeist si avvicina a temi complessi come il senso della vita e la banalità dell’esistenza, attraverso una ricerca estetica raffinata.

Un bizzarro gruppo di artisti riflette al Teatro della Contraddizione di Milano sul tema della riproduzione. Due figure femminili si fronteggiano su due visioni contrapposte della maternità. Artyparty (Chiara Verzola) incarna l’edonismo sfrenato. Propone l’arte come esperienza totalizzante che non ammette spazio per la maternità, anzi la rifiuta con fermezza come espressione dell’animalesco e del quotidiano, salvo poi assumere una posizione antiabortista e tradizionalista. Sta di fatto che sembra il personaggio più lucido e vivido. Fratta (Francesca Frigoli) è invece una giovane artista intrisa di buoni sentimenti. Facendo i conti con il proprio orologio biologico, esprime un forte desiderio di maternità, che verrà soddisfatto con la nascita di un figlio. La genitorialità porterà non pochi imprevisti. L’età adulta del figlio segnerà il punto di non ritorno perché – come afferma ArtyParty – “sia i figli chele opere d’arte iniziano a giocarsi il loro valore quando chi li ha messi al mondo crepa”.

Accanto alle due figure femminili prendono corpo i personaggi maschili: il compagno di Fratta, un musicista che rifugge dalle proprie responsabilità e “come tutti i padri è assente”; i due amici omosessuali Leprotto e Conigliotto: il primo è desideroso di far parte della famiglia tradizionale, della stessa comunità che non lo accetta e che con i propri stereotipi ne marca la diversità; il secondo è invece un militante del movimento Lgbt, destinato a vivere l’esperienza della paternità sui sentieri tracciati dal movimento.

Qui la riproduzione non è solo questione biologica, ma anche tema politico e riflessione filosofico-esistenziale. I protagonisti fanno parte della generazione per la quale un figlio può rappresentare un riscatto dopo gli anni in cui non fare figli diventava la rivendicazione di un diritto.

Nella nostra epoca in cui si contrappongono fertility day e manifestazioni gender, a quarant’anni dalla legge sull’aborto, lo spettacolo diretto da Giuseppe Isgrò è lontano dall’abbracciare ideologie rigide e offre riflessioni inedite.
Si scontrano visioni diverse del mondo, dell’arte e della vita, senza moralismi né soluzioni semplicistiche. Interessante anche l’ambientazione, tra una galleria d’arte, l’abitazione di Fratta e del suo compagno, luoghi incorporei frequentati per lo più dai personaggi maschili e luoghi fisici assolutamente quotidiani come una fermata qualsiasi del bus 90 a Milano.

La drammaturgia raffinata e spiazzante esprime, attraverso un linguaggio pop, la complessità di un tema dalle molteplici sfumature ed implicazioni.
Nella scenografia, in cui risalta la plastica, predominano simmetria, colore e luci forti, con piante, fiori, bambolotti, bambole, contenitori. Tutto è finto e piacevolmente kitsch, forse in omaggio agli anni Ottanta in cui sono cresciuti i protagonisti della compagnia. In particolare la luce è frutto di una sofisticata ricerca estetica, e scandisce con le proprie variazioni i diversi snodi narrativi, caratterizzando i chiaroscuri di ogni personaggio.
Composita è infine la musica di scena: Bowie, Prince, The Smiths, The Cure, Pet Shop Boys, Soft Cell, Gianna Nannini.
Ottime le interpretazioni di Francesca Frigoli e Chiara Verzola, che coniugano senza la minima sbavatura la padronanza del teatro di prosa con la coreografia e i movimenti di scena. Un po’ più affollato il gruppo di attori maschili, costretti a barcamenarsi in diversi ruoli, estremamente caratterizzati ma a tratti artificiali.
Che sia l’inizio di una divertente svolta pop dei Phoebe Zeitgeist?

ReProduction
regia Giuseppe Isgrò
drammaturgia Francesca Marianna Consonni e Giuseppe Isgrò
da un soggetto di Patrizia Moschella
con Francesca Frigoli, Diego Giannettoni, Matteo Giacotto, Davide Gorla, Chiara Verzola
grafica Alessandro Tonoli
collaborazione alla promozione Giuseppina Borghese
produzione Phoebe Zeitgeist
in collaborazione con Teatro della Contraddizione

durata: 1h 50’
applausi del pubblico: 3’ 35”

Visto a Milano, Teatro della Contraddizione, il 22 ottobre 2017

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