Il Consorzio Ubusettete è un collettivo romano composto da quattro compagnie teatrali che da anni propongono una visione comune del teatro che si esprime in differenti canoni artistici. I loro lavori sono stati presentati in una due giorni al Teatro Palladium inseriti nella stagione proposta da Romaeuropa, evento che sa di giusta affermazione per un gruppo che, con tenacia, si è affermato partendo dalle scene off romane, con incursioni sempre più frequenti anche fuori dalla capitale. Il Consorzio Ubusettete, che in passato è stato rassegna, casa editrice, rivista di critica indipendente, è composto da Teatro Forsennato di Dario Aggioli, Amnesia Vivace di Daniele Timpano, Kataklisma di Elvira Frosini e OlivieriRavelli Teatro di Fabio Franceschelli.
Quest’ultima compagnia ha presentato il suo “Appunti per un teatro politico”, spettacolo che ha debuttato nel 2008. Tre quadri alternano una farsa ad un monologo: il tema è la crisi della sinistra di oggi, una sinistra che non è più di sinistra, e i suoi interrogativi.
La farsa vede in scena personaggi bizzarri: un re-governatore che sembra l’Ubu di Jarry, un servitore/consigliere dall’aspetto metafisico, e un terzo personaggio che interpreta i vari ospiti. In una dimensione tragicomica vengono affrontati temi politici di triste attualità, in perfetto stile aristofanesco. Si ride amaro grazie alle caricature dei personaggi. E su tutti ci piace l’interpretazione del servo Silvio Ambrogioni, che insieme al suo compare Claudio Di Loreto costruisce due maschere da teatro dell’assurdo, enfatizzate da movimenti burattineschi per il primo, e giochi e variazioni (giochi verbali da impostazione) vocali per il secondo. In mezzo a questa assurdità si dibattono i temi del comunismo, della borghesia, dei padroni e dei lavoratori, ma si parla anche dei culi delle donne, queste donne che il padrone chiede con insistenza e che non arriveranno mai. Il re traghetterà poi verso un regime socialista dopo una fantomatica rivoluzione.
Nella seconda parte è cambiato il regime, nella forma ma non nelle dinamiche. E ci sono gli stessi compromessi politici: scambi di favori per soddisfare i potenti. Semplice ma incisivo.
In mezzo alla farsa ecco il monologo serio di Gabriele Linari che s’interroga sui problemi della sinistra di oggi. Una sinistra che ha perso i suoi ideali “di sinistra”.
L’interpretazione di Linari è una confessione appassionata, volutamente ricca di luoghi comuni, in cui l’attore si rivolge al pubblico mostrando la sua busta paga. Un teatro politico e sociale che deve fare i conti con la caduta delle ideologie. Un testo certamente ben scritto da Fabio Franceschelli, che infarcisce il messaggio politico di gag esilaranti, per uno spettacolo che, nonostante due nudi integrali fuori luogo (volutamente?) riesce a rendere il ruolo primitivo del teatro: porre domande smuovendo le coscienze e rendendole inquiete. Anche questo è suo il ruolo. Esperimento riuscito.
Appunti per un teatro politico
drammaturgia e regia: Fabio M. Franceschelli
interpretazione: Claudio Di Loreto, Silvio Ambrogioni, Gabriele Linari, Domenico Smerilli
ideazione scene e costumi: Fabio M. Franceschelli, Claudio Di Loreto
musica: Gnometto Band
disegno luci: Marco Fumarola
produzione: Ass. Cult. amnesiA vivacE – Ass. Cult. Figli di Hamm
durata: 1h 20′
Visto a Roma, Teatro Palladium, il 31 gennaio 2010
ottimo, veramente pieno di carica da non perdere