Elettra. Biografia di una persona comune

Elettra - Monstera
Elettra - Monstera
Elettra – Monstera/Nicola Russo

“Conosco Elettra Romani, ex ballerina, subrettina e attrice di avanspettacolo, da molti anni. Forse una delle prime ‘esperienze’ teatrali della mia vita è stato spiare lei e suo marito Alfonso Tomas, truccarsi e provare delle scene dal loro repertorio. Ad incantarmi era il rituale e la serietà con la quale Elettra e Alfonso si preparavano per fare il proprio mestiere. Provavano in una stanza sotto la casa e io li spiavo rannicchiato sull’ultimo gradino di una scala a chiocciola cercando di non farmi vedere”.

Elettra Romani nasce nel 1927 a Paliano, un paesino nella provincia di Frosinone. E’ la protagonista del nuovo spettacolo di Nicola Russo “Elettra, biografia di una persona comune”, racconto di una vita dedicata alle luci della ribalta, di una donna che non si è lasciata abbattere dalle difficoltà e che ora, a 83 anni, racconta la sua verità: “Voglio tirare fuori gli scheletri dall’armadio” preannuncia a inizio spettacolo.

Elettra non compare in prima persona, di lei vediamo il viso, proiettato su un grosso schermo a fondo palco. Due bravissimi attori, Sara Borsarelli e lo stesso Russo (riuniti nella neonata Monstera), danno corpo e voce alla storia, con ironia e delicatezza. Lei li ascolta dal grande video rivivendo la sua vicenda. I suoi occhi neri, lucidi, non perdono nessun passaggio: è protagonista e spettatrice della propria esistenza.

“Tu sarai maledetta nella vita perché hai fatto morire tua madre”. Su questo senso di morte e maledizione si svolgono l’infanzia e l’adolescenza di Elettra. La sua nascita è legata alla morte materna, la prima di una lunga sequela di morti che dovrà affrontare. Sola, ancora bambina, si farà carico di errori e vittorie: la fuga dalla famiglia, le difficoltà economiche e l’enorme peso d’esser unica responsabile di se stessa. Poi l’inizio come ballerina d’avanspettacolo, il mondo del teatro, gli incontri e la nascita di una figlia che dovrà abbandonare per minore età e mancanza di documenti che attestino la sua nascita. Una vicenda drammatica, che Elettra affronta con coraggio e incoscienza ma soprattutto col sogno, potente, del teatro.

E’ una scena vuota quella su cui si anima questa storia, solo due attori a incarnare emozioni, personaggi e a rendere la scissione di una vita, divisa tra dura realtà e magia della ribalta. E infine compare lei, piccola donna dai capelli bianchi e l’abito luccicante, a cantare una canzone, con una voce tenera e potente che racchiude in sé tutto il passato.
Con grande ironia intona “bella tardona-ona-ona dove vai? Non soffrir, c’è qualcuno ancor che ti può capir”. Un inno alla vita nonostante le sofferenze, la voglia di non mollare, mai, neanche a ottant’anni.

Uno spettacolo bellissimo e completo: una drammaturgia efficace animata da una regia sensibile. Attraverso la storia di questa donna, una persona comune, prende corpo la storia del nostro Paese, dal fascismo agli anni ’70: “E’ un modo per dire qualcosa di noi – ci racconta il regista – Su quel ponte che avevo creato tra il nostro presente teatro “serio” e il suo passato di teatro “leggero” potevamo permetterci di fare nostra la sua storia a tal punto da raccontarla in prima persona”.

Elettra. Biografia di una persona comune – Studio #2
di Nicola Russo
tratto dalle parole di Elettra Romani
drammaturgia: Nicola Russo, Sara Borsarelli
con: Sara Borsarelli, Nicola Russo
regia: Nicola Russo
video, scene, costumi: Giovanni De Francesco
luci: Cristian Zucaro
suono: Jean Christophe Potvin
coreografie: Stefano Bontempi
direzione musicale: Gabriella Aiello
assistente alla regia: Isabella Saliceti
produzione: Monstera
durata: 1h 15’
applausi del pubblico: 3’ 40’’

Visto a Milano, Teatro Elfo Puccini, il 16 ottobre 2010
MilanOltre 2010

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