Indolore. L’incontro di boxe di César Brie

Indolore di César Brie
Indolore di César Brie
Adalgisa Vavassori e Gabriele Ciavarra in Indolore di César Brie
In un’anticipazione a Klp, César Brie aveva raccontato “Indolore” descrivendo un momento dello spettacolo che per lui riassume tutto il senso del suo nuovo lavoro:
“C’è un’immagine per me folgorante, fortissima: la donna a un certo punto sale sul tavolo e comincia a camminare e tutti i piatti di metallo cadono, mentre lui tira la tovaglia da dietro [una tovaglia lunga 20 metri, ndr], così che diventa come un nastro senza fine in cui lei cammina e resta sempre nello stesso posto e mentre cammina i piatti crollano sul tavolo e poi sul pavimento, quindi è un doppio rumore ed è come il ciclo che non finisce più”.

Il tema è la violenza coniugale, rappresentata come una interminabile spirale senza uscita dove i due protagonisti-antagonisti smarriscono il senso stesso dell’avversione che li divide. Come in un incontro di boxe, sono posti l’uno di fronte all’altra a sferrare colpi senza che una vera ragione ormai debba più intervenire per motivare lo scontro.

Proprio il pugilato è il tema iconografico su cui César Brie ha basato tutto il lavoro, costruendo sul palcoscenico un vero e proprio ring-box in cui i due sposi imparano man mano le regole del gioco che sono loro malgrado costretti a sostenere.

Si susseguono così scene di violenza, rappresentate, come sempre nel teatro di Brie, attraverso immagini metaforiche, spesso create dai corpi stessi dei due interpreti, tanto che molti momenti dello spettacolo diventano quasi scene di pura coreografia o pantomime in cui la donna è trasformata in un burattino inanimato.

L’intento di César Brie sembra, infatti, anche quello di raccontare una realtà maschilista purtroppo ancora attuale, in cui l’uomo troppo spesso si sente padrone della propria moglie, mentre la donna, dal canto suo, dimostra ancora un’eccessiva arrendevolezza alla presunzione del marito.

Cibo e lavori domestici diventano allora gli emblemi della schiavitù cui la donna è sottoposta, così che la tavola da pranzo, da centro di piacere muta nel luogo più critico per la sua sopravvivenza.

I sogni e le malinconiche divagazioni cui la protagonista amerebbe abbandonarsi sono sistematicamente spezzati dallo squillo del campanello che la riporta implacabile al lavoro, ovvero al centro del ring-box.
Qui si consuma una violenza insensata, che spesso nasce solo dalla facilità con cui è possibile innescarla in una società ancora pronta a giustificare l’uomo in tutte le sue prepotenze, e a vessare invece una donna che non sia brava in cucina o che dimostri poco zelo nella pulizia.

Una violenza infine che può divenire una trappola da cui è difficile uscire non solo per la vittima, ma per il carnefice stesso, uno schema di comportamento reiterato che ingabbia, una soluzione apparentemente facile per sfogare la frustrazione di una vita in cui ogni cosa è vissuta come un obbligo o come vincolo.

In scena, a interpretare i due protagonisti, sono Adalgisa Vavassori e Gabriele Ciavarra, già apprezzati in “Karamazov”. César Brie li dirige secondo il suo inconfondibile stile, ma non sempre i due attori sanno trasmettere quella malinconia, quel senso del dramma con le delicate sfumature che il regista cerca, rischiando così di non valutare al massimo il testo nei momenti più lirici.

Sempre interessante, invece, il lavoro di sintesi visiva condotto da Brie, anche se la scelta di costruire lo spettacolo a partire dalle immagini anziché dal testo rende il copione in alcuni punti piuttosto frammentario e privo dunque di un’ossatura portante che possa guidare agevolmente lo spettatore.
A Milano fino al 10 febbraio.

Indolore
regia: César Brie
con: Adalgisa Vavassori e Gabriele Ciavarra
produzione: Campo Teatrale
applausi del pubblico: 3′

Visto a Milano, Campo Teatrale, il 25 gennaio 2013


 

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3 Comments

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  1. says: Alice Guimaraes - Teatro de Los Andes

    Mi sembra importante dire que questo montaggio non é originale. Il montaggio originale nasce della esigenza personale di uno degli attori del Teatro de Los Andes (Lucas Achirico) e sua moglie (Danuta Zarzyka)que hanno fatto una profonda investigazione sul tema e poi, in sala, con altri cuatro attori compagni del gruppo(Gonzalo Callejas, Daniel Aguirre, Maria Teresa Dal Pero e Alice Guimaraes)hanno creato insieme una centinaia de immagini, anche quelle menzionate in questa recensione. Poi arriva Cesar Brie qui ha scritto il testo e ha fatto il montaggio delle immagine create per gli attori. Chiedo perdono per il mio pesimo italiano, pero mi sembra importante e giusto divulgare questo. Questo spettacolo ha stato montato nell anno 2007 e en YOU TUBE si puó vedere qualque immagine del montaggio originale con il titolo: TE DUELE. Anche en la pagina teatrolosandes.com si puó trovare la presentazione che César Brie ha scritto in cui spiega il proceso di creazione.