Sovrumani Silenzi. Seconda traccia di un progetto di pensiero

La sala del CAP 10100
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EDIPOW(a)ER > traccia 2_P.A.N. Percorsi d'Avvicinamento al Nulla
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Ne avevamo parlato ad inizio settembre, proponendo un video con alcuni frammenti delle ultime audizioni e alcune riflessioni da parte dei due principali promotori del progetto Edipow(a)er: Michele Di Mauro e Roberto Petrolini
Ritorniamo, dopo più di due mesi, ad occuparci di questa sperimentazione tutta torinese, fondata su una spinta creativa non predefinita e non finanziata in alcun modo ma, proprio in virtù di queste caratteristiche, potenzialmente scevra da ogni vincolo di carattere produttivo e/o economico.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Michele Di Mauro mentre si trovava in quel di Perugia impegnato in alcune repliche di “Open Day”, spettacolo che lo vede protagonista al fianco di Angela Finocchiaro, per fargli qualche domanda e capire come si sia evoluto il percorso e se intravedano all’orizzonte le prospettive di un esito anche pubblico del lavoro fin qui svolto.

Michele, proviamo a fare un breve bilancio della prima fase del progetto Edipow(a)er?
Le cinque settimane si sono concluse in maniera molto positiva. Per me, questa esperienza, è stata una grande rivelazione, oltre le mie aspettative. I presupposti erano confusi perchè, nonostante nella mia testa ci fosse un’idea di percorso, la materia di cui volevamo trattare non era una materia vera e propria ma, piuttosto, qualcosa di simile a quella che gli scienziati chiamano ‘ricerca di base’.

 
Il gruppo, inizialmente composto da circa trenta persone, come ha reagito? Sono emerse problematiche o frizioni dovute, oltre che all’assenza di un ritorno economico, anche dalla voluta mancanza di obiettivi precisi?
Il fatto di non voler dare una direzione, di non voler intraprendere un lavoro formativo in senso stretto, ci ha messo in condizioni davvero inquiete sotto tanti punti di vista. Si sono verificate, ovviamente, situazioni anche di instabilità che, però, alla fine, ci hanno comunque permesso di arrivare tutti insieme alla fine delle cinque settimane. Anzi, proprio grazie all’impostazione “aperta” del progetto, le persone, dalle trenta di partenza, sono diventate addirittura una cinquantina. La scelta d’origine di fare delle audizioni era rivolta solo allo scopo di creare un gruppo con cui cominciare ma, in seguito, gradualmente, il gruppo è cresciuto in maniera naturale, anche con l’apporto delle stesse persone che, magari, non erano state chiamate a seguito dell’audizione. Chissà, in futuro il gruppo potrebbe ulteriormente crescere, non ci sono limiti da questo punto di vista.  

Quali sono i presupposti su cui si baserà il lavoro a venire?
Lo sviluppo del progetto prosegue nella sua accezione di “progetto di pensiero”. Le cinque settimane svolte sono una minima parte di quello che si potrà fare, si tratta ancora di un progetto nel tempo senza un fine definito. La nuova traccia del progetto, quella che si svilupperà nelle prossime settimane, l’abbiamo chiamata “Sovrumani silenzi”. Un silenzio pregno di tutto quello che serve per continuare a lavorare, perchè il lavoro delle cinque settimane ci ha portato a questo punto, un punto in cui il dire emergeva solo come elemento marginale del lavoro, non come elemento da esibire. Un lavoro che, ad un certo punto, potrà diventare anche pubblico, non tanto per la volontà di spettacolarizzarlo ma come necessità di apertura al pubblico. In questo momento c’è un lavoro da fare sul pubblico prima che sulle produzioni. A me interessa provare a “privatizzare” il pubblico, portarlo dentro il lavoro, non per mostrargli qualcosa ma in primo luogo per instaurare un rapporto che contribuisca alla crescita del lavoro stesso. Il silenzio come punto zero e punto di arrivo, un desiderio di pulizia che punti a rendere più limpida la materia di cui si tratta.

La sala del CAP 10100, attuale base operativa di EDIPO(w)AER
La sala del CAP 10100, attuale base operativa di EDIPO(w)AER
Quanto durerà questa seconda fase di lavoro?
Il tempo non è molto per un progetto come questo che continua a vivere senza basi economiche e si fonda sulla gratuità e la libera partecipazione, dunque abbiamo scelto di darci qualche obiettivo. Il primo di questi, prevede un’apertura al pubblico intorno ai mesi di maggio o giugno 2013. Questo naturalmente dipenderà anche dall’interesse che questa modalità lavorativa potrà riscuotere verso l’esterno, nei confronti di altre realtà o altre città.

Per chi desidera avvicinarsi al lavoro di EDIPOW(a)ER, comprenderne meglio le istanze e indagare dall’interno questo particolare tentativo di ricerca sulla metodologia, i “Sovrumanisilenzi”, oltre che sul gruppo facebook, risiederanno al CAP 10100, a Torino, tutti i giorni fino al 4 dicembre.
 

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