Zoom sull’idea di Paradiso. Alla maniera di Andrea Fagarazzi e I-Chen Zuffellato

HEAVEnEVER Un vano desiderio di paradiso. Questo stato stupefacente
HEAVEnEVER Un vano desiderio di paradiso. Questo stato stupefacente
HEAVEnEVER Un vano desiderio di paradiso. Questo stato stupefacente
Un tappeto verde, due laptop, musica dal sapore hawaiano e una sequenza di quadri visivi semi-autonomi: il racconto di un episodio “stupefacente” ad Amsterdam, una serie di canzoni accennate svogliatamente incentrate sul tema del paradiso e alcune pose che simulano tentativi estremi di raggiungimento dell’estasi, ognuna caratterizzata da un unico elemento: il sangue.

Dopo una prima presentazione in site specific realizzata lo scorso maggio allo spazio Biosfera di Padova sotto  forma di performance installazione, Andrea Fagarazzi e I-Chen Zuffellato portano al Teatro Studio di Scandicci un nuovo studio di “Heavenever”, progetto realizzato per Zoom Festival e ancora in divenire.

Una riflessione sull’idea di paradiso come luogo utopico e non ancora sperimentato, come ricerca dell’oblio, della perdita del sé e della propria coscienza, o come approdo ad un nuovo territorio, una zona franca senza regole e senza limiti. Un’isola.

La riflessione passa  dalle dimostrazioni dei performer, che ci mostrano il raggiungimento dell’estasi tramite sostanze stupefacenti, o attraverso il sesso (i computer con l’immagine dell’“origine del mondo” diventano prolungamento degli organi genitali degli stessi performer), a documenti video su esperimenti finalizzati a forme alternative di estasi, basate su dolore e afflizione corporea: soffocarsi per raggiungere uno stato di euforia, ipossia, black-out.

Le immagini assecondano la cultura trash dei video extreme praticata da adolescenti che si filmano nei più impensabili esperimenti estatici per poter veicolare le loro discutibili forme di piacere in rete.  

Gli esperimenti e le dimostrazioni della performance si moltiplicano, fino ad arrivare ad un elenco di nuovi paradisi, ottenuto da alcuni bigliettini in cui il pubblico, all’entrata dello spettacolo, ha risposto alla domanda: “Qual è la tua idea di paradiso artificiale?”. Risposte che contemplano oltre alle più ‘classiche’ idee  (sesso, erba sempre verde…), nuovi concetti che ribaltato il senso di esotico e trasformano in desideri perversi elementi ormai a rischio di estinzione: lavoro, utopie…

Immagini che dovrebbero lasciare campi aperti alla riflessione, all’immaginario di uno spettatore stuzzicato da forme di diversità e nel contempo di assurdità umana. Il duo vicentino è infatti conosciuto  per l’indagine nelle possibili forme di identità e diversità dell’uomo, e per un sempre maggiore tentativo di coinvolgimento del pubblico, oltre che per l’utilizzo di diversi linguaggi espressivi, tra performance e arte visiva.

Ma nonostante gli interessanti presupposti, il progetto risulta ancora troppo allo stato embrionale e fa avvertire la mancanza di densità e di cambiamenti di registri, in grado di andare oltre le premesse. La buona dose di ironia non risulta sufficiente a varcare il divario tra visibile e possibile, correndo il rischio di arrestare la riflessione allo stadio di osservazione, senza raggiungere conclusioni e senza mettersi in discussione, scaricando semplicemente le responsabilità su fenomeni complessi ma ormai più che conosciuti.

Studio per Heavenever – Un vano desiderio di paradiso. Questo stato stupefacente
idea, regia, performers: Andrea Fagarazzi, I-Chen Zuffellato
durata: 42’
applausi del pubblico: 1’ 40’’

Visto a Scandicci, Teatro Studio, il 10 novembre 2012

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