The best of… teatro ragazzi 23

Teatro del Piccione in Verso B
Teatro del Piccione in Verso B

Da Baracca Testoni e Anfiteatro a Koreja, passando per Dimitri/Canessa, Orto degli Ananassi e altri ancora il teatro che lascia il segno nelle nuove generazioni

Il 2023 non è stato, secondo noi, un anno esaltante per il teatro ragazzi italiano. Poche sono state le creazioni davvero da ricordare, anche se alcuni spettacoli, come vedremo, sono riusciti in modo consono ad entrare di petto nell’immaginario dei bambini e delle bambine o degli adolescenti che vivono il mondo di oggi, e che magari si sono avvicinati al teatro per le prime volte.

In questo senso, alcune narrazioni hanno fatto il loro dovere, anche se si evidenzia la difficoltà di impostare una drammaturgia che veda più attori in scena, conseguenza anche della difficoltà economica di produrre uno spettacolo con più protagonisti.

I primi tre spettacoli che vogliamo menzionare vedono gli animali come protagonisti, di cui i primi due in forma di monologo di eccellente fattura.

Partiamo da “Grogh, storia di un castoro”, prodotto dalla Baracca Testoni di Bologna, una scrittura di Enrico Montalbani e Bruno Stori, liberamente tratta dal racconto omonimo di Alberto Manzi e portata in scena da un bravissimo Fabio Galanti.
Qui le avventure di una comunità di castori diventano paradigmatiche della lotta di ogni essere umano per la sua giusta felicità.

In “Scoiattolo e Leo”, terzo tassello del progetto “Home sweet home” di Roberto Capaldo, sul tema della casa, narra in modo fervido di suggestioni la storia di uno scoiattolo che si avventura nella città con tutti i suoi pericoli, alla ricerca del suo amico bambino, Leo.

Un altro animale, questa volta un orso, è invece protagonista di “L’orso felice”, spettacolo sul tema dell’identità, interpretato con grande naturalezza da Federico Dimitri che, gioiosamente, in modo teatralmente naturale, si comporta da orso, muovendosi a suo agio in una foresta realizzata con semplicissimi tubi di cartone che foresta è e ci appare. Nel medesimo tempo Elisa Canessa, con la sua voce e la sua presenza, lo esorta a vivere la vita così come gli si presenta davanti, specchiandosi dentro.

Eccoci poi alle narrazioni in cui protagonisti sono i bambini.
In “Tuono, il mio vicino gigante” di Andrea Gambuzza della Compagnia Orto degli Ananassi, tratto dalla fantasia dello scrittore svedese Ulf Stark, vediamo un bambino diventare grande insieme alle sue prime scoperte e alle prime paure, a cospetto dell’ingombrante presenza di un essere pauroso che abita in una casa al di là del bosco, Tuono appunto, che alla fine si dimostrerà meno cattivo del previsto.

Tuono, il mio vicino gigante
Tuono, il mio vicino gigante

Altro cammino verso l’uscita dall’infanzia per addentrarsi nella vita vera avviene in “Toma e Carolina” di Anfiteatro, durante il quale l’amicizia tra un ragazzino sognatore e una sua vivace coetanea porta i bambini e le bambine, attraverso il racconto di Marco Continanza, a ragionare sul valore dell’amicizia ma anche l’amore per i libri, l’importanza dell’immaginazione e il gioco fantastico.

In “Trame su misura volume due” di Giallo Mare Minimal Teatro, Renzo Boldrini riscrive, in chiave contemporanea e rigorosamente in rima, due storie, impastandole di infanzia, con la sua irriverente e poetica ironia, aiutato dal vivo con grandissima perizia grafica, ma non solo, da Daria Palotti. Protagonisti dei due racconti sono soprattutto una nonna e un nonno del tutto particolari.

Non possiamo poi non menzionare “Buoni e cattivi” di Michelangelo Campanale, manifesto di libertà della compagnia La luna nel letto, con un bravo Ippolito Chiarello che, nei panni di Mark Twain, ci racconta – come sempre facendoci ridere e commuovere allo stesso tempo – quanto sia preziosa l’autonomia creativa dell’artista e di ognuno di noi.

Vogliamo citare anche il lavoro di Controsenso Teatro, nel quale Alberto Branca e Massimiliano Grazioli portano in scena “Il lungo giorno di Mastro Ezechiele”, una profonda e divertente storia che si sofferma sull’importanza del ricordo come strumento vivido di costruzione del presente e della storia di ciascuno di noi.

Uno spettacolo che entra in un immaginario di storie, ma questa volta non più legato alle fiabe, è stato proposto in modo convincente dal Teatro del Piccione in “Verso B”, che avvicina il pubblico dei ragazzi in modo fantasmagorico ad alcune delle storie più interessanti della Bibbia, un testo così pieno di simboli e di stimoli misteriosi.
La narrazione si concentra sulla relazione tra la figura del padre e quella del figlio, interpretati da Paolo Piano e Dario Garofalo, sulla bella drammaturgia di Flavia Gallo. In veste di antichi affabulatori i due protagonisti conducono il pubblico verso la mitica città di Babele, famosa per la sua torre che avrebbe voluto, sfidando Dio, arrivare al cielo.

Due gli spettacoli che abbiamo molto gradito pensati finalmente per i piccolissimi: “LaQua” di Koreja e “La Scatola” del Teatro nel Baule, entrambi provenienti dal proficuo progetto della Baracca Testoni, atto a promuovere creazioni dedicati alla piccolissima infanzia: Zero/tre chiama Italia.
In “LaQua” Emanuela Pisicchio e Maria Rosaria Ponzetta, in uno spazio tutto bianco, utilizzando semplicissimi oggetti e teli, immergono i bambini e le bambine dai 6 mesi ai 3 anni in un mondo incantato fatto di nenie e parole sospese dedicate all’acqua. “LaQua” diventa così un piccolo inno a chi si affaccia alla vita, alle sue prime emozioni, che si esprimono attraverso una lingua del tutto particolare, che rimanda al gioco di lallazione e alla sillabazione che accompagna la prima fase delle esplorazioni vocali.

Angelica Ruocco e Giuseppe Borrelli in “La scatola”, con la regia di Sebastiano Coticelli e Simona Di Maio, tratto dal libro di Isabella Paglia e illustrato da Paolo Proietti, insieme ai suoni e all’accompagnamento musicale creato dal vivo dall’efficacissima Roberta Niero, in maniera poetica, in modo semplice ma immaginativo, ci parlano invece di natura, di amicizia, diversità e del prendersi cura di chi ancora non è pronto a confrontarsi con il mondo, e infine anche dell’amore che è capace di produrre miracoli.
Ambientato in un bosco, al centro di tutto vi è una scatola misteriosa, che contiene un essere anch’esso misterioso che, attraverso il teatro di figura e i suoni reinventati dal vivo, si aprirà in modo stupefacente alla curiosità e alla cura di tutti gli abitanti che lo popolano.

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