La lettera al mondo di Elena Bucci. Videointervista

Elena Bucci in Lettera al mondo (photo: Ilaria Costanzo)
Elena Bucci in Lettera al mondo (photo: Ilaria Costanzo)

Allo Spazio Kor di Asti incontriamo l’attrice e drammaturga de Le Belle Bandiere

“Lettera al mondo” è stato immaginato da Elena Bucci molto prima della pandemia. Nella sua prima versione breve ha debuttato al Festival Contemporanea di Prato nel settembre 2019.
Chiara Bersani e Giulia Traversi l’hanno voluto da subito all’interno della stagione Paradise di Asti, di cui sono ora direttrici artistiche. L’hanno opzionato quasi a scatola chiusa, vedendone un piccolo estratto e rimanendone colpite.

E’ l’inizio dell’intervista che Elena Bucci ci ha concesso, con la sua consueta disponibilità ad un dialogo profondo, riflettuto e sincero.
Ci siamo seduti in platea, allo Spazio Kor, e abbiamo parlato un po’ di tutto. Di questo spettacolo “sfrangiato”, che cerca nel monologo un modo alternativo per arrivare agli spettatori. Della sua storia, che la performance inevitabilmente evoca e tira in ballo, ma anche delle tournée che faticano a trovare repliche, della pervasività della pubblicità e quindi della predilezione, anche in teatro, della forma a scapito del contenuto.

Poi emerge un elemento inatteso. Occorrerebbe, asserisce la Bucci, organizzare la memoria rispetto a quel periodo che a Roma ha fatto uscire dalla scuola di Leo de Berardinis e Perla Peragallo alcuni dei più grandi interpreti della scena contemporanea.
Pensieri a voce alta che condividiamo con grande piacere.

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