Teatro i “dentro un grande rumore”. Stagione 2010/2011

Questi amati orrori
Questi amati orrori
‘Questi amati orrori’ è in cartellone dal 7 al 24 ottobre (photo: teatroi.org)

All’interno delle stagioni dei teatri milanesi delle quali vi abbiamo dato un’anticipazione la scorsa settimana, abbiamo scelto di evidenziarne una, quella del Teatro i, di cui abbiamo assistito al debutto con il Molière di Punta Corsara. Un teatro che riapre rinnovato nei suoi spazi.

“Dentro un grande rumore” è estratto da versi di Edoardo Sanguineti, ripresi dal teatro milanese per racchiudere il senso della stagione 2010/2011. Sedici titoli, tre nuove produzioni e incontri, laboratori, presentazioni di libri, in un cartellone studiato per dialogare con il pubblico senza dettare la conversazione. Questo il senso della “germinazione”, ripetuta nel manifesto teatrale scritto per la nuova stagione.

Il sesto anno del Teatro i sarà semina per il futuro, degli spettatori e del teatro stesso. Innanzitutto, spazi rinnovati, sala e area circostante, ma anche ampliati: aperti all’associazione Olinda – che all’ex Paolo Pini ha il suo Teatro Cucina – e all’Area Pergolesi, dal luglio scorso una “piattaforma della creatività” di 550 mq. che quest’anno, grazie al Teatro i, ospiterà innanzitutto Virgilio Sieni e la sua nuova creazione, “Osso”. Poi Fagarazzi & Zuffellato, che in “Enimirc” mettono in discussione i ruoli di performer e spettatore chiedendosi se l’arte può commettere un crimine. Un lavoro che coinvolge direttamente il pubblico abbattendo le pareti teatrali, come il “Periodonero” di Cosmesi, performance che prende luce, segno e significato dall’immagine del corpo proiettata su uno schermo.

E l’apertura della piccola sala di via Ferrari ad altri luoghi cittadini è uno sconfinamento in linea con l’apertura del teatro stesso a nuove forme, di spettacolo e spettatori. In un oggi senza ideali, riferimenti e risposte, anche la scena sembra sentire il bisogno di interrogarsi. Tra le domande, innanzitutto interrogativi sul rapporto padre e figlio. “Immensa solitudine” per l’“ExAmleto” di Roberto Herlitzka, “peso quotidiano del dover-essere, dover fingere” per Michelangelo Dalisi, che fa convivere comico e tragico nel suo “Per Amleto”. Poi c’è il figlio violento, il mostro del nord est italiano, deturpato dal benessere: è il rampollo disegnato da Maurizio Camilli in “Col sole in fronte”. Tornando a Virgilio Sieni, padre e figlio condividono la scena in “Osso”, con il padre ottantenne Fosco. Sieni, in programma al Teatro i con due lavori, allarga le possibilità della parola teatrale attraverso la coreografia: in “Signorine”, ispirato a Beckett, è la danza a scandire la giornata di due donne, le danzatrici Simona Bertozzi e Ramona Caia.

A sperimentare un percorso alternativo alla parola teatrale sarà anche Rafael Spregelburd. Artista di punta della nuova scena internazionale, l’argentino debutterà in prima assoluta italiana con “Lucido”. Oltre allo spettacolo, commedia scritta intorno alle vicende di una strana famiglia, Spregelburd presenterà a Teatro i un breve percorso laboratoriale per attori e drammaturghi, incontrando il pubblico in diverse occasioni.
In programma poi, i progetti a lunga durata del teatro: Fanny&Alexander, dopo aver mostrato l’anno scorso “Him”, “South-North” e “Emerald City”, quest’anno presenteranno “West”. Saranno tre le nuove produzioni per la regia di Renzo Martinelli, di cui due in collaborazione con Face à Face – parole di Francia per scene d’Italia.
Evento di apertura della stagione invece, la sfida di Punta Corsara che abbiamo seguito la scorsa settimana, in arrivo da Napoli come anche “Auguri e figli maschi!” di Antonio Latella che, secondo il manifesto del Teatro i, “sintetizza e racchiude in sé mirabilmente la proposta progettuale di quest’anno”: sei autori per sei racconti sul fondamentalismo.

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